lunedì 21 dicembre 2009

Vengo a sapere di un documentario estone che si intitola "Disco and Atomic War" (Jaak Kilmi, 2009), non so se sia interessante in quanto film, non l'ho visto, ma quel poco che sono riuscita a trovare su internet e nella lingua comprensibile mi incuriosisce parecchio. Sembrerebbe che a partire dal 1982 la TV finlandese cominci a trasmettere una serie televisiva americana ("Dallas"? sarà una soap opera?) e il segnale arrivi fino a Tallinn, il che causa una vera guerra ideologica: da lì in poi tutte le antenne degli estoni rimangono indirizzate verso il nord, dalle farmacie spariscono i termometri (non so in che modo, ma apparentemente il mercurio aiuti ad amplificare il segnale),il popolo si alimenta della produzione americana e di lezioni di disco dance (evvivano gli ABBA!), mentre l'Unione Sovietica fa i veri raid nelle case della gente per togliere quelle antenne amatoriali e dopo un po' lancia un vero allarme: le antenne con il loro mercurio mandano in tilt i radar sovietici, dunque cresce il rischio della guerra atomica, per non parlare delle minacce per la "stabilità e correttezza" culturale.
Gli autori del documentario suggeriscono che sia stata la pop cultura ad influenzare sul serio le menti degli estoni e a spingerli verso una determinata lotta per la libertà. beh, certo, prova a togliere il televisore ad uno e vedrai che per riavverlo farà di tutto. e visto che i sovietici non volevano ridare il televisore la gente si è volta verso quelli che non li volevano limitare affatto. i cambiamenti hanno bisogno della folla, che non si vince certo con un nietzsche :)

sabato 7 novembre 2009

si dice che quando si tocca il fondo l'unica strada che si apre sia quella di risalita. magari...

- e perché non si può rimanere a demeurer là? tranquilli, coscienti della capolinea. contenti, finalmente abbracciati dalla saggezza ulteriore.
-e chi ha detto che sia l'ultimo gradino? si potrebbe dire spesso che il fondo sia stato toccato, eppure...è solo questione di scarsa immaginazione, vi assicuro che il fondo non l'ha toccato nessuno. vi assicuro che si può continuare a scendere, eccome...

venerdì 6 novembre 2009

un soffio d'italia

la vera letteratura comincia da un'idea su di essa.

di solito la gente prepara la loro notte per i fantasmi, a me invece tocca incontrarli sotto il sole puro.

stavo per aMazzare le mie orecchie con le batterie elettroniche degli anni '80, ma il treno dei desideri , nei miei pensieri all'incontrario andava :D guarda come dondolo guarda....sono nata ieri nei pensieri tuoi (prima nella versione di Gilda e poi nell'esecuzione disarmante di Mina (ma questi doppi livelli non finiranno mai? )


l Unione Sovietica era chiusa, era protetta da ogni intruso occidentale (ergo, decadente), tanto che se ti beccavano mentre ascoltavi the Beatles rischiavi la galera (chiedete a mio padre che ne avuto parecchi di guai)...ma Sanremo (forse per la sua innocenza apparente) continuava a rallegrare tanti cuori sovietici...sono cresciuta con quelle canzoni sulla radio (ed era la mia unica fonte della musica prima di addormentarmi dato che avevo bisogno di sentire le voci canore 24 ore su 24)...e poi, acquisita l'ostilità addomesticata nei confronti della musica pop italiana ho visto entrare nel mio campo uditivo le canzoni che non avevo mai sentito, ma che hanno segnato tutti i quattro gli anni in italia. quelle canzoni di solito erano dei regali più o meno incoscienti poiché traducevano perfettamente sebbene involontariamente interi periodi della mia esperienza italiana. come minimo, è buffo, ma a volte ciò mi preoccupa tanto. non vi è mai capitato di pensare una cosa, di contemplare una parola e poi all'improvviso sentirla/leggerla da qualche parte? cha, ciò potrebbe anche essere regolato da chissà quale teoria della probabilità, ma non quando si tratta di una non-parola come "antoni", non quando io passo un'oretta a chiedermi come si dice in lituano "kjkjkj" (eh, non mi ricordo di preciso che parola sia...) e poi la sera mi chiedono come si dice in lituano "kjkjkj"...e quando IO chiedo ma perché me lo stai chiedendo, mi arriva la risposta del genere "non so, mi è venuta così...la curiosità...all'improvviso..."; non quando io mi dico "che tristezza" e su un giornale leggo la stessa frase ecc ecc ecc...

potrete dirmi ma mica sono le parole che possono definire la vita di qualcuno, certo che no, sarebbe ridicolo, patetico...ma con le canzoni è diverso...anche coi miti...ero quasi innamorata di Medea e mi chiedevo "perché", sebbene l'apparente contraddizione di una madre che aMazza i propri figli mi colpisse fin troppo (che poi Ovviamente doveva risultare come una costruzione fasulla da parte dei corinzi...), ma poi in Italia ho cominciato a seguire uno stupendo corso sul mito di Medea e guardate caso...sono finita come lei una settimana dopo (ok, tranquilli, non si tratta di figli:))...e poi uno mentre ci stava provando con me mi ha fatto sentire la canzone "pensiero stupendo" (era uno sfigato, lo potete capire da questa scelta...) ed essa diventa la traduzione del mio pensiero clandestino di alcuni anni. e poi, a gennaio stavo guardando quel film e non ho smesso di dondolare tutt'ora :)

ogni tanto mi chiedo se sia io a provocare le coincidenze o se sia un brutto/bello scherzo di qualcun'altro. non scorderò mai una frase di una mia carissima amica, ovvero che "il mondo ha SEMPRE più immaginazione di noi", no matter what...sono in ansia per scoprire la prossima canzone/pensiero....

venerdì 23 ottobre 2009

fa un effetto strano stare qui. sarà uno scherzo del destino (e se è proprio così esso allora è ancora tutto da risolvere) ma sono tornata praticamente nello stesso posto di ormai quattro anni fa. non scorderò mai quella giornata di sole che è venuta a trovarmi alla stazione, e neppure la felicità che ho provato con ogni osso mio quando dal ponte mi si è aperto un panorama di fiume, di montagne e di case gialle. era la mia italia, decisamente. andavo alle prime lezioni ed ero piena di gioia poiché almeno mi sembrava di poter capire tutto e di conseguenza di poter finalmente far riposare la mia mente...i prof che mi parlavano, che si interessavano, che valutavano...insomma, il delirio è cominciato sin dall'inizio. l'unico problema era la casa che non si trovava o che non voleva essere trovata, perché i proprietari non volevano sapere nulla degli erasmus dall'est europeo.
ma ecco che dopo un mesetto ho trovato quella stanza, a distanza di al massimo 300 metri da dove sto scrivendo adesso. e il risultato è quello che non riesco a abituarmi a vedere/fare le cose cui ero così abituata. ogni mattina prendo la stessa strada che conosco così bene, faccio la spesa nello stesso supermercato, il tabacchino è sempre quello, l'edicola, e anche il pizzaiolo...ci andavo tardi la sera a prendere una pizza (davvero buona) mentre scrivevo la tesi. il pizzaiolo sicuramente non si è ricordato di me e l'effetto è stato ancora più ridicolo poiché ho sentito le stesse frasi , le stesse domande, ho visto il sorriso uguale, ho sentito gli stessi commenti...poi, le stesse montagne che vedevo dalla mi finestra...mentre all'ora di pranzo mi tocca andare a prendere un panino nello stesso bar, e anche il caffé me lo prepara la stessa persona. una settimana fa ho chiamato un mio amico e lui, che coincidenza, era proprio a pisa...ci siamo incontrati nello stesso posto dove ci incontravamo praticamente ogni sera 4 anni fa...l'unico posto che finora ho evitato è la copisteria dove passavo ore e ore a fotocopiare i libri e a parlare con il proprietario.
certo, è una sensazione che riguarda solo me. nessuno di questi posti, di queste persone si ricordano di me, nessuno si stupisce a vedermi di nuovo qui. perciò mi sento, sì, a casa ma anche completamente stordita. queste persone si abitueranno a vedermi spesso, ma per loro sono una nuova arrivata. tuttavia anche qui trovo un vuoto da colmare con un gioco. ogni posto ha il suo rito di iniziazione e io, invece, naturalmente mi comporto come se tutto ciò fosse già familiare per me...loro lo notano, me lo dicono anche, con uno stupore nascosto.
spesso mi dico che devo essere più forte di così per decidere come accettare tutto questo che non mi perdonerebbe mai questo far finta di niente. ma sono passati 4 anni e non so se io abbia una minima voglia di sollevare la polvere da quel periodo così intenso, volendo anche felice ma tuttavia chiuso. e non voglio neanche danneggiarlo.
uno spiraglio o un cerchio interrotto?

sabato 10 ottobre 2009

dalle conversazioni

oggi ho "scoperto" una cosa cui non ho mai pensato prima, forse perché quella particolarità che sto per dire ormai da anni sembra una cosa normalissima, non degna di riflessione, ovvero che tutte le mie migliori amiche (tranne una che è single) hanno trovato la loro seconda metà fuori dalla popolazione lituana. fanno parte del nostro gruppo anche le coppie 100% lituane, una quest'anno compie mi sa 7 anni, mentre l'altra ha celebrato i suoi 10 anni a settembre con il matrimonio. tuttavia, loro sono una bella eccezione accanto alle 7 coppie internazionali cui sono tra l'altro, come avevo gia accennato, legata di più. ed ecco un piccolo bilancio: due coppie (con)vivono in lituania, tre stanno in italia (già come famiglie), una sta ancora in fase "a distanza", mentre l'ultima famiglia (tra l'altro gia con un figlio) ha vissuto i primi anni a Mosca, ora la mamma con il figlio è tornata in Lituania, mentre il marito a causa di lavoro fa il pendolare tra i due paesi. Poi di nazionalita' abbiamo un americano, quattro (ojojojoj) italiani, un danese e un russo. Ecco la "nostra" realtà in un paese che purtroppo sta diventando sempre più nazionalista e intollerante. Quest'estate quando sono tornata in Lituania si parlava quasi sempre in inglese (a volte anche in russo, o in italiano, dipendeva ovviamente dagli Zutaten (ingredienti) della serata).
Tutta questa sintesi è stata fatta ieri sera parlando con una mia cugina che pure lei quest'estate ha preso il rischio della coppia a distanza (con uno sloveno). Lei, poverina, sta soffrendo parecchio perché il suo ragazzo deve per forza essere extremely boring e quindi ha deciso che fosse il momento per dubitare sul loro futuro. insomma, una storia già sentita almeno 7 volte :) e una volta anche vissuta (per fortuna, finita male). una cosa è certa, un rapporto del genere pone mooolto presto la domanda sul senso di continuarlo (e meno male!). ma mi chiedo perché debbano essere sempre gli uomini a sciogliersi? la mia cugina mi chiedeva se fosse possibile un rapporto senza tutti i casini del mondo, ed io ovviamente per calmarla le ho risposto che bisogna in qualche maniera imparare il vocabolario (mentale e sentimentale) altrui. e per calmarla definitivamente ho aggiunto: se un uomo è subito sicuro sul vostro rapporto c'è qualcosa che non va, o ti guarda come un (sperando) bell'oggetto, o è vittima delle sue convinzioni e dei "valori giusti", o è un serial killer.
voi che ne pensate?

martedì 6 ottobre 2009

curiosità n.2

cercando (invano) una cosa sul sito dell'Istat per una discussione su un blog (non mio) ho tuttavia trovato qualcosa di interessante: (cliccare sull'immagine se non si vede bene). Non potevo immaginare che ci fosse una differenza così grande tra la percentuale dei maschi e quella delle femmine. Chi sono queste donne e cosa fanno, perché non stanno con mamma e papà? (visto che non sono le studentesse a creare questo "squilibrio"


curiosità

dicono che l'onnipotente l'onnipresente il miglior amico googlie sappia tutto su di noi, ma io comincio a dubitarne per il semplice fatto che controllando lo spam accumulatosi negli ultimi mesi ho scoperto di essere maschio...mi chiedo come io abbia fatto a ingannare il mostro del labirinto virtuale o se invece sia il caso di ritrovare la mia virilità persa :D

martedì 22 settembre 2009

experience

e ora mi chiedo cosa sia più boring: proporre di andare al mare per fare una passeggiata o rispondere che si preferisce stare in casa a cazzeggiare su internet? beh alla fine ciò diventa quasi interessante rinunciare ad una proposta che tanti avrebbero accettato con entusiasmo :D

Boring Club

- tutto è cominciato la serata dopo il matrimonio della mia cugina. Eravamo abbastanza stanchi per muoverci ma in compenso annoiavamo gli altri con le battute patetiche fino all'impensabile. E così è nato the Boring Club. Pian piano è diventata una sfida dire solo le cose noiose, banali ed era da un bel po' che non ridevo così tanto. Infatti, uno doveva raccontare soltanto le storie che non facessero ridere, quelle che contraddicono qualsiasi creatività umana e se gli altri rispondevano unanimamente "boring" l'obbiettivo era raggiunto.

- qualche settimana dopo ho visto il penultimo film di Woody Allen "Vicky Cristina Barcelona" e la migliore descrizione che io abbia sentito sarebbe la seguente: "tutte e tre le ragazze pensano di essere abbastanza interessanti per essere felici". Ed è qui che sta il loro dramma, perché nonostante tutto devono accontentarsi delle scelte che hanno fatto. Hm...ma chi di noi non pensa di essere abbastanza/molto interessanti? ma alla fine, chi vi ha convinti di questo? ora, non voglio fare il discorso su quanto sia noiosa la vita, perché ciò non è vero. e non dico neppure che il divertimento sia qualcosa di inaccessibile o addirittura inutile per gli esseri umani. ma ciò che mi rilascia perplessa è la convinzione di stragrande maggioranza che loro abbiano da dire qualcosa di interessante. sempre. poi ci sono anche quelli che non sprecano mai il loro tempo. ecco, è molto importante essere interessante, avere un hobby "particolare" che tradotto in altri termini vorrebbe dire "sono uno dei pochi". oppure bisogna non rinunciare mai alle attività che sono ritenute "interessanti": vedere/conoscere gente, guardare film, leggere libri, viaggiare, provare tutto ciò che la vita ci offre. perché se io quest'anno ho visitato almeno 3 paesi diversi, ho lavorato in 5 posti nuovi allora sì che sono molto interessante. Se esco ogni sera, vado ai concerti di jazz, alle mostre di arte contemporanea ecc, ho una vita molto interessante.

e allora che dire delle persone che non fanno niente? mancanza di ambizioni? debolezza dello spirito? bah non importa, ma sicuramente non ci sorprenderanno con chissà quali "insights" interessanti.

ultima cosa. è vero che tanti di noi molto spesso quasi ci vantiamo del fatto che stiamo cazzeggiando e basta. ma se io dicessi ad uno che ciò che sta facendo è veramente "boring"? si offenderebbe o mi sorriderebbe?

chissà quante volte avrò scritto la parola "interessante" in questo post. sta diventando veramente "boring" :D

comunque...adoro i viaggi, leggo tanti libri, mi interessa la musica rinascimentale/barocca, la mia piccola passione sono i libri per i bambini in lingua originale, odio fare lo shopping ma ciò che preferisco in assoluto è una compagnia di persone "normali", che ridono, che non inseriscono le frasi "colte" nei loro discorsi, che amano ciò che fanno, che valutano i rapporti umani e non quelli fantasmagorici e cui posso dire "boring" senza che si offendano :)

domenica 7 giugno 2009

l'ho detto una volta a me e tante altre a voi: sono qui perché posso affermarmi solo a partire della propria diversità. é sbagliato tutto quanto: non sono qui per affermarmi, ma comunque sto cercando una mia identità sebbene essa dovesse tradirsi come un'entità inesistente per definizione. infatti, non mi serve una certezza, anzi l'ho sempre considerata come una semplificazione pervenuta a noi da un mondo inventato quale la scienza. ma per soddisfare i veri scienziati dovrei precisare che mi sto riferendo alle illusioni vecchie di qualche secolo.

ok, riprendiamo....non sono qui per affermarmi. e tanto meno per raccontare quello che ho visto prima di venire qui. e ciò per almeno due motivi: 1) non mi ricordo 2) ho visto degli esemplari veramente patetici che mi hanno insegnato di non essere così. la prima,direi, è mooolto più grave...tuttavia...mi rendo conto di poter procedere solo a partire di un certo "no", sia che questo no si riferisca a un "da noi non si fa così" che esso assomgli a qualcosa del tipo "non ho mai visto nessuno comportarsi diversamente, ma comunque non mi risulta accettabile". perché? e che ne so....

e quindi vo' avanti. ma anche questa è una presunzione. facciamo chiaro: io mi diverto, eccome, a mettere in crisi le opinioni "prevalenti", anzi, se solo io fossi in grado di farlo...e comunque ci litighiamo, molto spesso finisce con un silenzio assordante che in realtà sta gridando delle convinzioni più care, più sentite sebbene diverse, eccome diverse!!!ci diciamo come se ciò fosse quasi un'unica consolazione che tutto ciò dipende solo dalla diversa formazione culturale, ma non è proprio così,ma per niente, poiché fatemi tornare in lituania per un annetto e o ci litigo con tutti quanti o comunque vado da un'altra parte.

dovrò tornare? dovrò proprio andarci? ma io sinceramente preferisco un ponte

e ormai anche la gente
riprendo a scrivere come se niente fosse. nel frattempo ho visto i miei pensieri passare la fase della fotosintesi glaciale, erano lì sdraiati sul letto e si illudevano del sole di febbraio. sognavano che il periodo umido fosse proprio andato e si proiettavano verso una primavera ancora tutta da risolvere. eppure dopo qualche settimana era tornato sia il gelo che l'umido e loro si sono impregnati di nuovo di questo vizio insidioso quale domandarsi. poi non mi ricordo più quale stato fosse giunto, anche se sicuramente molto familiare, ma ho sentito il bisogno di fuggire. dalla finestra, in treno, a piedi o a parole, dipendeva dalla situazione. d'altronde, inesistente.

ora, devo precisare che la primavera non mi ha portato mai niente di buono.
sarà che non ce la faccio a identificarmi con quel flusso di energie che la travolge e che di conseguenza mi sento ancora più debole, sarà che il passato, quello il più personale, non mi ha mai lasciato per l'avvenire del presente... ma comunque il camminare si era identificato con una paura costante, quella che non si riesce mai a raccogliere e/o delimitare.

già, la primavera. non voglio ora fare un elenco delle disgrazie degli errori delle colpe nonostante io debba confessare che quest'anno certi giorni li ho vissuti come una maledizione che comunque almeno stavolta non si è realizzata..ma solo a metà, perché il peso degli anni precedenti aveva travolto qualsiasi senso di hic et nunc. e mi dicevo che invece di dover liberarmene dovevo prepararmi per un crollo. non era un semplice arrendersi questo, neanche un essere cosciente della propria sorte :) anche perché tutto, ma tutto stava andando verso la direzione opposta.

mi sono lamentata di tante cose. ma veramente di tante.e lo faccio tutt'ora. innazitutto del fatto che almeno per me non è esiste quella rete invisibile che ci coccola ogni giorno anche quando si sta soli. gli incontri frammentari, mai immediati e SEMPRE "prenotati" che non si traducono in nessuna continuità. mi sono lamentata del categorismo. della perdita della sensibilità. della incapacità di incontrare qualcuno senza i pregiudizi. della visione parziale sebbene paradossalmente autoritaria da parte di uno verso il mondo. della sicurezza. della debolezza. della solitudine. della poca sincerità, di quei pensieri SEMPRE presenti ma travestiti di chi sa quale "naturalezza". e mi duole :) pensarci ancora. anzi, percepirlo.
e mi dicevano che avrei dovuto tornare a casa. cioé tornare verso un posto che non esiste. mi hanno chiesto anche almeno 30 volte il permesso del soggiorno :) ma come spiegare a loro che quella cazzata che ho fatto ormai quasi quattro anni fa, ovvero la decisione di partecipare al concorso dell'Erasmus quando non mi alzavo più dal letto e infatti l'ho fatto perché me lo chiedeva una persona, scrivendo come motivazione il desiderio di vedere l'autunno e la primavera italiani poiché non me ne fregava più di tanto di andarci, anziché quello di propagare la cultura lituana come faceva il resto ed essendo l'unica che ha vinto il posto nella città che non aveva nemmeno indicato (volevo andare o a Padova o a Genova e NON a Pisa), ecco come spiegare che ciò mi ha diviso in due? in un due che non ha un punto di contatto? non rimpiango niente solo che ancora devo imparare a essere così.

lunedì 2 marzo 2009

una bella città

finalmente ci sono andata. nei miei progetti erano incluse anche alcune ore di sonno prima della partenza il che però ho dovuto abbandonare visto che sono tornata a casa verso le 6 del mattino. ci volevo andare tanto tanto tanto (e per scaramanzia non ho detto a nessuno (e voi non lo dite a nietzsche) verso dove mi sarei indirizzata) e soprattutto avevo bisogno di scappare da bologna anche se soltanto per una giornata (questo invece non è una novità per nessuno).

insomma, valeva la pena eccome. anche se già a Modena ho finalmente capito perché su skype ho messo la frase "esercitando i muscoli della pazienza": ho dovuto aspettare il treno altri 40 minuti. Sono stati utilissimi per poter apprezzare la genialità degli architetti e mi chiedo se sia il cartellino "stairway to hell" a precedere il palazzo o viceversa.

tuttavia i colori c'erano eccome, e anche gli orologi indicavano una certa ora.



e appena arrivo nella bella città (che non è Modena, e lo dico esplicitamente sebbene lo si capisca secondo me anche dalle frasi precedenti ma a quanto pare i miei lettori non sono molto attenti ;)) essa mi avverte anche delle condizioni meteorologiche (il cuoricino accanto non è merito mio:)) :


c'erano pochi abitanti ma essenziali e che non smettevano di interessarsi alla vita della città:




ed ecco le finestre che non mi dispiacerebbe aprire al risveglio o in generale devo ammettere che danno sui posti davvero impressionanti, a volte buffi a volte teneri e un po' giocosi:




e ho passato un po' delle mie riflessioni qui, un panorama che alla prima vista, ancora da lontano cattura lo sguardo con un vuoto inaspettato, e infatti è un taglio della città, nel quale si vedono i due limiti suoi con tutto il peso che li spinge verso i riflessi nell'acqua:



e questa è una chiave per chi non ha ancora capito dove sono stata. la svelo perché anche questo posto mi ha trattenuto per un bel po' e addirittura mi ha permesso di leggere le "Operette morali" e "Exercises de style" con il giusto dosaggio delle risate e di serenità.



e un dettaglio di questo riposo:


infine mi ha salutato un altro abitante tipico di questa città.



e per chi non ha capito niente neanche ora lascio l'ultima risposta (ingrandire la foto e escludere la città sbagliata).


Fine. Un po' troppo brusca.

sabato 7 febbraio 2009

odio i blog. per un semplice motivo: i post vecchi si annullano. ci sono ma non fanno più parte della presenza. ora, mettiamoci chiaro: non considero neanche un post di questo blog degno di esistere per più di una settimana (e ciò è già moooolto incoraggiante per un post), ma alcuni li ho scritti davvero come una parte di me, e quando li vedevo qui sul blog mi dicevo che volendo potevano anche rappresentarmi completamente...e con questo post elimino uno di essi, ovvero quello dove c'è Lei che si appropria di tutti quei verbi...un po' mi duole. assurdo, no?

le cose SONO stronze

perché si rompono, sfuggono, mi abbandonano e si perdono facilmente. come se non bastasse questo,esse finiscono, si consumano, decidono di cambiare, poi se va bene ritornano ma con i capricci, con delle richieste, insomma sono troppo delicate e non obbediscono a nessuna regola umana, anzi sono loro a cercare di governare il mio atteggiamento. il che andrebbe bene se io non ne avessi bisogno. e in più si incazzano quando io me ne servo e basta. e allora mi incazzo anch'io, solo che sto dalla parte perdente. sapete benissimo quanto posso fare a meno di taaaante cose ma quando m'innamoro è la fine della mia tranquillità. o quando le cose contrariamente alla mia volontà sono proprio obbligatorie sempre per garantire anche la mia possibilità di stare dove mi piace. e come mi piace. la dipendenza è una minaccia. seppur inevitabile. dunque ringraziamo di cuore tutti insieme la mia carta d'identità che ha cambiato l'idea e non se n'è andata via ed è rimasta lì dove stavolta sono stata io a trascurarla ---

giovedì 5 febbraio 2009

pensavo di non raccontare di questo piccolo "incidente" con un poliziotto la settimana scorsa quando lui mi ha chiesto il permesso del soggiorno e dopo la mia risposta che non ne avevo bisogno (gli altri mi hanno detto che gli ho risposto in maniera troppo arrogante, eh l'eterna non coincidenza dell'apparenza e la verità:)) continuava ad insistere ma ha comunque è stato costretto a rimanere deluso quando uno di nostra compagnia gli ha dato la sua carta d'identità sottolineando che forse il poveretto non sa che anche la Sardegna ormai fa parte dell'UE, insomma, una stupenda presa in giro seguita subito da una carta d'identità siciliana con un simile commento :D
Tuttavia avevo cambiato l'idea proprio oggi quando ho sentito la richiesta del mio permesso del soggiorno altre due volte. Ma è possibile che la gente e soprattutto i poliziotti ancora non sappiano questa cosa???? infatti camminavo scrivendo nella mia mente un post cattivissimo e come se non mancasse questo ha cominciato a diluviare...bestemmiavo per strada e odiavo profondamente questo paese quando finalmente ho raggiunto un portico e mentre stavo per accendere una sigaretta si è avvicinata una vecchietta con il suo marito accanto e tutta preoccupata mi ha detto: "ma se lei ha bisogno di un ombrello io ce l'ho uno a casa e le posso prestarlo" !!!!! non ci potevo credere, e mentre lei continuava a insistere su questa cosa dicendomi che le sarebbe dispiaciuto se io prendessi freddo sorridevo e silenziosamente la ringraziavo per questa piccola sorpresa. poi per non farla preoccupare troppo le ho detto che abitavo proprio lì e lei tutta contenta e tranquilla alla fine se ne è andata.
e così ho deciso di non scrivere niente di cattivo.
a dire il vero sto scrivendo solo per nascondere la mia profonda tristezza di stasera. infatti sto scrivendo con tanta fatica, e lo faccio male. mi sto sforzando ma l'unico pensiero nel quale mi sto affogando è una domanda a tutti voi, ma perché ve ne siete andati? non c'è rimasto nessuno in questa città o comunque sta per lasciarla...:( :( :( non so cosa fare con tutte queste assenze una più pesante dell'altra...

lunedì 19 gennaio 2009

lei dice: questo solo assomiglierebbe ad un suicidio, in realtà voglio liberarmi da questo asfalto sotto di me che mi schiaccerebbe nel caso in cui mi buttassi giù; nei miei sogni io sto correndo senza incontrare gli ostacoli, e corro sentendo ogni minimo muscolo del mio corpo e della superficie..non mi sto investigando, sto solo percorrendo te e lei e lui e noi e voi e loro

giovedì 15 gennaio 2009

Il desiderio H

è un desiderio che ovviamente non si pronuncia ma è presente lo stesso anche in questa frase (almeno due volte). si scrive ma non si pronuncia, ovvero, si pronuncia eccome, ma di nascosto, cambiando il suono delle altre due consonanti. è stupendo ed è inevitabile. e non solo nella lingua italiana sebbene solo in essa acquisisca questa potenza di una metamorfosi sottile e decisiva. mentre in lituano viene pronunciata così com'è. anche in tedesco. i francesi l'hanno mantenuta senza pronunciarla anche nelle parole dove gli italiani l'hanno bocciata (insomma, è superfluo dire quanto conservativa sia l'ortografia francese), in più l'usano per indicare i suoni f (ph) e sh (ch), il che però è diverso dal caso di gh e ch italiani giacché sono due suoni autonomi e inesprimibili con altre lettere (vabbé, esiste pure f, ma sono la stessa cosa e non interferiscono con altri suoni/lettere). e infine in russo non esiste in nessuna maniera e per lo più è evoluta in G.

insomma, se non è ancora chiaro e ora qualcuno mi chiede che c'entra il desiderio...sono tentata di non rispondere, ma diciamo che H ha la dinamica di un certo desiderio. proprio per questa presenza cristallina e percepibile solo quando è in atto, in funzione. cambia le cose, le trasforma secondo certe regole. e non è solo una metamorfosi, è anche un furto. il suo essere è l'essere l'altro.

un giorno scriverò un trattato su questa cosa, ne sono sicura :)

lunedì 5 gennaio 2009

conoscere, riconoscere

se sbatto la testa contro il soffitto troppo basso e cado per terra frammentandomi in pezzetti minuscoli mi serve la persona che sappia rimettere ogni parte di me nel posto giusto. è fondamentale ciò. altrimenti rischio di avere il braccio al posti del piede o ancora qualcosa di più grave (hm, le dita nello stomaco?)
non so leggere e ancor meno scrivere le poesie ma so che la memoria non è un magazzino ermetico
anzi
mi sembra piuttosto una coperta inevitabile.

il corpo sporco di parole.
(ecco che le macchie umide scuotono la pelle e inquinano il tatto)

sporco lo sguardo di
(riempie e svuota il mattino. esso comincia da qui...