domenica 10 gennaio 2010

questo blog non è destinato a diventare una recenzione continua dei film che ho visto, eppure non è colpa mia se i miei per la serata "see you later, aligator" hanno deciso di guardare l'Antichrist di Lars von Trier (e ho un sospetto che ne parlerò con più persone quindi preferisco scrivere una volta per tutte la mia opinione:)) ---e ora sto pensando: ma basta davvero così poco per shoccare il pubblico? era annunciato come un film scandalo e aveva anche ottenuto questo risultato, ma mi chiedo: perché? sì, ci sono alcune scene che mi hanno costretta a chiudere gli occhi poiché era insopportabile guardare come lei lo ferisce ai genitali, lo masturba a sangue e qualche scena dopo fa la stessa cosa in ordine inverso a se stessa (m fa male solo a scrivere). ma se per questo, si potrebbe girare delle scene ancora più orrende, solo che dubito ciò possa decidere il valore di un film.

Comunque, dal punto di vista estetico è un film mooolto bello, si vede che l'ha fatto una persona che ne capisce parecchio. Tuttavia questa serie di "scene stupende" mi sembra abbastanza sprecata. peccato. tante volte difendo un'opera dell'arte solo per il suo mondo estetico nonostante non mi abbia fatto né piangere, né ridere né tantomeno pensare, purtroppo non è questo il caso dell'Antichrist, in più una scena è proprio ridicola (la volpe parlante) e non sembra essere voluta dal regista. eh, e non c'è neanche una frase "normale" durante tutto il film, solo quelle "alte" o "isteriche".

l'unica chiave di lettura sembra quella di lui (la storia di una donna che dopo la perdita di un figlio non riesce a gestire il dolore), ma se è così allora è davvero banale e addirittura mal fatto. se invece è lei la protagonista (come dovrebbe essere) allora è nient'altro che un'isterica che si inventa il mondo mistico e ci semina le sue paure che finiscono con gli attacchi di panico che la rendono incontrollabile. e insopportabile. lei non ha a che fare con la natura "malvaggia", "diabolica" come si vorrebbe vedere. non ha nessun legame, non si sente nessuna appartenenza "oggettiva" al mistero/male/natura, non è neppure una sua incosciente manifestazione o, se preferite, un suo strumento. è un film su niente che contiene tanti stracci di diversissimi registri e perciò è fuorviante e imbarazzante.

l'ultima scena è l'unica che non ha una spiegazione certa e forse ne avrebbe bisogno (contrariamente a tante altre scene del film). sarà che non ho capito niente, ma potrebbe essere un'ennesima visione autonoma e bella in sé. certo, i rimandi alle donne bruciate in massa per secoli solo perché erano donne, attribuendo loro i poteri che in realtà non avevano, potrebbero salvare questo film, ma il resto del film non ci arriva. se dovesse risultare che l' "isteria" di lei è nient'altro che questo con un sapore di colpa "metafisica" di essere una donna e forse anche di convinzione di essere una portatrice del male naturale acquisite (o scoperte??? mah...) durante la preparazione della tesi sulla persecuzione delle donne nel medioevo, manifestando quella isteria pienamente tant'é che lui, prima cercando di salvarla dal dolore, alla fine è costretto ad ammazzarla e a bruciarla sul rogo (!), allora tutto diventerebbe, sì, un po' più complicato, ma allo stesso momento si potrebbe eliminare un terzo del film.

potrei finire con tre dettagli positivi: è un film dedicato a Tarkovsky (in più, l'ambiente del film deve mooolto ai cronotopi tarkovskiani, solo che diventa piuttosto una loro parodia sicuramente involontaria) , comincia e finisce con la mia aria preferita che ascolto tutt'ora, e Willem Dafoe che non ha mai attirato il mio sguardo stavolta è di un fascino irrestibile (ovvero è ripreso perfettamente) :D

per me questo film non è ricercato abbastanza

per Lars von Trier questo film è stato una guarigione dalla depressione.