lunedì 19 gennaio 2009

lei dice: questo solo assomiglierebbe ad un suicidio, in realtà voglio liberarmi da questo asfalto sotto di me che mi schiaccerebbe nel caso in cui mi buttassi giù; nei miei sogni io sto correndo senza incontrare gli ostacoli, e corro sentendo ogni minimo muscolo del mio corpo e della superficie..non mi sto investigando, sto solo percorrendo te e lei e lui e noi e voi e loro

giovedì 15 gennaio 2009

Il desiderio H

è un desiderio che ovviamente non si pronuncia ma è presente lo stesso anche in questa frase (almeno due volte). si scrive ma non si pronuncia, ovvero, si pronuncia eccome, ma di nascosto, cambiando il suono delle altre due consonanti. è stupendo ed è inevitabile. e non solo nella lingua italiana sebbene solo in essa acquisisca questa potenza di una metamorfosi sottile e decisiva. mentre in lituano viene pronunciata così com'è. anche in tedesco. i francesi l'hanno mantenuta senza pronunciarla anche nelle parole dove gli italiani l'hanno bocciata (insomma, è superfluo dire quanto conservativa sia l'ortografia francese), in più l'usano per indicare i suoni f (ph) e sh (ch), il che però è diverso dal caso di gh e ch italiani giacché sono due suoni autonomi e inesprimibili con altre lettere (vabbé, esiste pure f, ma sono la stessa cosa e non interferiscono con altri suoni/lettere). e infine in russo non esiste in nessuna maniera e per lo più è evoluta in G.

insomma, se non è ancora chiaro e ora qualcuno mi chiede che c'entra il desiderio...sono tentata di non rispondere, ma diciamo che H ha la dinamica di un certo desiderio. proprio per questa presenza cristallina e percepibile solo quando è in atto, in funzione. cambia le cose, le trasforma secondo certe regole. e non è solo una metamorfosi, è anche un furto. il suo essere è l'essere l'altro.

un giorno scriverò un trattato su questa cosa, ne sono sicura :)

lunedì 5 gennaio 2009

conoscere, riconoscere

se sbatto la testa contro il soffitto troppo basso e cado per terra frammentandomi in pezzetti minuscoli mi serve la persona che sappia rimettere ogni parte di me nel posto giusto. è fondamentale ciò. altrimenti rischio di avere il braccio al posti del piede o ancora qualcosa di più grave (hm, le dita nello stomaco?)
non so leggere e ancor meno scrivere le poesie ma so che la memoria non è un magazzino ermetico
anzi
mi sembra piuttosto una coperta inevitabile.

il corpo sporco di parole.
(ecco che le macchie umide scuotono la pelle e inquinano il tatto)

sporco lo sguardo di
(riempie e svuota il mattino. esso comincia da qui...