venerdì 23 ottobre 2009

fa un effetto strano stare qui. sarà uno scherzo del destino (e se è proprio così esso allora è ancora tutto da risolvere) ma sono tornata praticamente nello stesso posto di ormai quattro anni fa. non scorderò mai quella giornata di sole che è venuta a trovarmi alla stazione, e neppure la felicità che ho provato con ogni osso mio quando dal ponte mi si è aperto un panorama di fiume, di montagne e di case gialle. era la mia italia, decisamente. andavo alle prime lezioni ed ero piena di gioia poiché almeno mi sembrava di poter capire tutto e di conseguenza di poter finalmente far riposare la mia mente...i prof che mi parlavano, che si interessavano, che valutavano...insomma, il delirio è cominciato sin dall'inizio. l'unico problema era la casa che non si trovava o che non voleva essere trovata, perché i proprietari non volevano sapere nulla degli erasmus dall'est europeo.
ma ecco che dopo un mesetto ho trovato quella stanza, a distanza di al massimo 300 metri da dove sto scrivendo adesso. e il risultato è quello che non riesco a abituarmi a vedere/fare le cose cui ero così abituata. ogni mattina prendo la stessa strada che conosco così bene, faccio la spesa nello stesso supermercato, il tabacchino è sempre quello, l'edicola, e anche il pizzaiolo...ci andavo tardi la sera a prendere una pizza (davvero buona) mentre scrivevo la tesi. il pizzaiolo sicuramente non si è ricordato di me e l'effetto è stato ancora più ridicolo poiché ho sentito le stesse frasi , le stesse domande, ho visto il sorriso uguale, ho sentito gli stessi commenti...poi, le stesse montagne che vedevo dalla mi finestra...mentre all'ora di pranzo mi tocca andare a prendere un panino nello stesso bar, e anche il caffé me lo prepara la stessa persona. una settimana fa ho chiamato un mio amico e lui, che coincidenza, era proprio a pisa...ci siamo incontrati nello stesso posto dove ci incontravamo praticamente ogni sera 4 anni fa...l'unico posto che finora ho evitato è la copisteria dove passavo ore e ore a fotocopiare i libri e a parlare con il proprietario.
certo, è una sensazione che riguarda solo me. nessuno di questi posti, di queste persone si ricordano di me, nessuno si stupisce a vedermi di nuovo qui. perciò mi sento, sì, a casa ma anche completamente stordita. queste persone si abitueranno a vedermi spesso, ma per loro sono una nuova arrivata. tuttavia anche qui trovo un vuoto da colmare con un gioco. ogni posto ha il suo rito di iniziazione e io, invece, naturalmente mi comporto come se tutto ciò fosse già familiare per me...loro lo notano, me lo dicono anche, con uno stupore nascosto.
spesso mi dico che devo essere più forte di così per decidere come accettare tutto questo che non mi perdonerebbe mai questo far finta di niente. ma sono passati 4 anni e non so se io abbia una minima voglia di sollevare la polvere da quel periodo così intenso, volendo anche felice ma tuttavia chiuso. e non voglio neanche danneggiarlo.
uno spiraglio o un cerchio interrotto?

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